L’enoxaparina è un’eparina a basso peso molecolare (tra i 4 e i 5 kDa) che differisce sostanzialmente dall’eparina non frazionata (UFH) per le sue proprietà farmacodinamiche e farmacocinetiche. Queste proprietà fanno sì che l’enoxaparina fornisca un effetto anticoagulante più affidabile senza la necessità di un monitoraggio continuo e offre anche la comodità della somministrazione una volta al giorno. Studi clinici hanno confermato che questi vantaggi farmacologici si traducono in risultati migliori.
Come funziona l’enoxaparina
Rispetto all’eparina non frazionata (UFH), l’enoxaparina mostra un rapporto più elevato tra l’attività anti-Xa e quella anti-IIa (trombina), due fattori che intervengono nei processi di coagulazione del sangue: l’azione anticoagulante si esplica attraverso una sequenza che si lega con elevata affinità all’antitrombina III. In altre parole, si può affermare che l’enoxaparina è in grado di esercitare un’azione anti-Xa e anti-IIa poiché potenzia l’effetto dell’antitrombina III. Tuttavia, come avviene per tutte le eparine a basso peso molecolare, la selettività è maggiore per il fattore Xa. L’inattivazione di Xa fa sì che la protrombina non venga attivata in trombina, di conseguenza non avviene la conversione, mediata dalla trombina, del fibrinogeno in fibrina, che porta alla formazione di coaguli.
Un meccanismo d’azione complesso
Oltre a questo meccanismo d’azione, sono stati identificati ulteriori processi che contribuiscono all’azione anticoagulante. In particolare, l’enoxaparina può anche favorire:
1) l’inibizione di altri fattori della coagulazione, sempre tramite il legame con l’antitrombina III, come il fattore IXa;
2) il rilascio dell’inibitore della via del fattore tissutale (TFPI) endogeno, la cui principale funzione è quella di inibire il fattore Xa;
3) la riduzione del rilascio, da parte dell’endotelio vascolare, di fattore di von Willebrand (vWF), una proteina che svolge una funzione fondamentale nelle prime fasi della coagulazione del sangue.
Enoxaparina vs eparina
Le eparine a basso peso molecolare presentano diversi importanti vantaggi rispetto all’eparina non frazionata (UFH). A causa di un’emivita plasmatica più lunga insieme a un’elevata biodisponibilità e a una relazione dose-risposta lineare, i farmaci possono essere somministrati in modo sicuro ed efficace in ospedale o in ambienti ambulatoriali senza la necessità di monitorare l’effetto anticoagulante. L’enoxaparina in particolare, si è dimostrata maggiormente efficace rispetto all’eparina in diverse situazioni cliniche. In chirurgia generale l’efficacia dell’enoxaparina per prevenire la tromboembolia venosa è simile all’UFH ma la tollerabilità è maggiore. Nei pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica o vascolare, l’efficacia è significativamente maggiore con tassi simili di complicanze emorragiche. L’efficacia e la sicurezza dell’UFH e dell’enoxaparina sono simili per il trattamento della trombosi venosa profonda, ma la seconda può essere somministrata in sicurezza dai pazienti a casa, cosa che non è possibile con l’UFH. Nei pazienti con sindromi coronariche acute, è stato dimostrato che l’enoxaparina riduce il tasso di decessi e di eventi cardiaci gravi rispetto all’UFH. Inoltre, è un’alternativa sicura ed efficace alla combinazione di UFH e terapia con fenprocumone nei pazienti sottoposti a cardioversione elettrica in caso di fibrillazione atriale.
Sicurezza e tollerabilità di enoxaparina
Il sanguinamento è una delle complicanze più comuni associate all’assunzione di enoxaparina. La grande maggioranza di trial clinici ha dimostrato che sia nel tromboembolismo venoso che in quello arterioso, il farmaco ha un profilo analogo all’UFH. Tuttavia, in alcuni trial, si è registrata a una maggiore incidenza di sanguinamento nei pazienti con sindrome coronarica acuta. Sono stati segnalati poi ematomi epidurali o spinali nei pazienti che ricevono enoxaparina come tromboprofilassi durante l’anestesia epidurale o spinale per cui in questi casi il farmaco costituisce una controindicazione relativa. In generale, quando si prescrive l’enoxaparina, è importante valutare i fattori di rischio individuali che possono portare a maggiori complicazioni emorragiche, in particolare in popolazioni a più alto rischio di sanguinamento, come pazienti con disfunzione renale e soggetti anziani, dove è raccomandato un aggiustamento della dose.