Domenica 8 maggio 2022 tutto il mondo celebra la Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, l’ottava forma oncologica più comune nelle donne nel mondo. Solo in Italia, sono 5.200 le nuove diagnosi ogni anno, in maggioranza nelle over 40.
La giornata è l’occasione per sensibilizzare le donne sulla prevenzione, che oggi per la prima volta è possibile ipotizzare attraverso la ricostruzione della storia familiare delle pazienti e l’esecuzione del test genetico BRCA: la chirurgia profilattica con asportazione delle ovaie e delle tube una volta completato il desiderio riproduttivo riduce in maniera drastica la comparsa di questa neoplasia. E in caso di malattia, negli ultimi anni sono stati fatti progressi enormi nella terapia, aprendo una nuova era in termini di allungamento della sopravvivenza e miglioramento della qualità di vita.
Tumore ovarico: le ricerche per trovare nuove terapie
La ricerca sta facendo passi da gigante e oggi si stanno delineando nuove strade. Tra i lavori scientifici, quello pubblicato dall’Istituto Europeo di Oncologia e dall’Università Statale di Milano. I ricercatori hanno messo a punto degli organoidi monoclonali di cancro ovarico, cioè colture tridimensionali derivate in laboratorio a partire da singole cellule isolate dall’ascite, il liquido che si accumula in addome nella fase metastatica di questa malattia. È noto che le cellule tumorali presenti nel liquido ascitico sono molto diverse tra loro quanto a capacità di dare origine a metastasi. Oggi è possibile identificarle e misurare la loro specifica sensibilità ai farmaci, al fine di trovare le molecole più efficaci di distruggerle selettivamente.
La complessità del cancro ovarico, uno dei più letali per la donna, è dovuta a molti fattori. Fra questi vi è la posizione anatomica, che permette una diffusione precoce della malattia nell’addome attraverso il liquido ascitico. Questo si forma in seguito al tumore, trasportandone le cellule verso altri organi e dando luogo alle metastasi. Nel liquido ascitico non tutte le cellule sono metastatiche, ma non è possibile sapere quali lo siano e quali no.
Uno dei motivi per cui i farmaci efficaci sono attualmente limitati è anche la mancanza di modelli sperimentali adeguati che permettano di analizzare, cellula per cellula, gli aspetti rilevanti della malattia dal punto di vista fisiopatologico, come appunto il potenziale metastatico. Lo sviluppo di nuovi metodi che, partendo dalle lesioni originarie, paziente per paziente, identifichino e analizzino il sottogruppo di cellule che mantiene la crescita del tumore è una priorità assoluta. Gli organoidi clonali sono un contributo fondamentale in questa direzione.
L’app per le pazienti
In occasione della Giornata, anche in Italia è possibile scaricare la app Vik tumore ovarico. Si tratta di una macchina intelligente costruita con algoritmi in grado di elaborare il linguaggio e di comprendere le richieste delle pazienti. I contenuti scientifici si basano sulle linee guida di ogni Paese e sono stati costruiti e validati da esperti medici, mentre quello che riguarda l’aspetto “sociale”, le preoccupazioni delle pazienti, dalle associazioni dei pazienti, in Italia dall’associazione Acto onlus.
La app conosce a menadito il tumore ovarico: definizioni, livelli, tipi, sintomi, diagnosi, impatto sulla qualità della vita (sport, lavoro, sessualità, alimentazione). È informata sui trattamenti e sulle classificazioni delle terapie. Ne conosce i foglietti illustrativi e ha un dialogo aperto con i siti governativi in caso di variazioni. In più tiene conto degli appuntamenti della paziente e l’avvisa per tempo, lo stesso fa per l’assunzione della terapia.
L’applicazione diventa in pratica un assistente virtuale che accompagna le pazienti rispondendo ai loro quesiti, condividendo informazioni di interesse e interagendo in maniera proattiva. Vik non si sostituisce al medico, ma rappresenta un importante alleato alla sua attività. I contenuti sono il risultato di un ampio lavoro di revisione della letteratura scientifica a oggi disponibili relativa alla diagnosi e cura del tumore ovarico.