Trombosi venosa renale: serve l’anticoagulante?

La trombosi venosa renale (TVR), ovvero la presenza di un trombo nelle vene renali principali o nelle loro diramazioni, venne descritta per la prima volta da un nefrologo francese, Rayer, negli anni ’40 dell’Ottocento ed è un evento clinico piuttosto raro. Esistono scarsi dati sull’esatta prevalenza di TVR negli adulti, poiché è spesso asintomatica con risoluzione spontanea.

Vi è anche un alto grado di variabilità perché il numero di casi in pazienti con sindrome nefrosica e nefropatia membranosa (due patologie che predispongono alla TVR) va dal 5% al 60%. Può presentarsi in modo acuto con sintomi vari oppure cronico e passare inosservata e causare danno renale acuto o malattia renale cronica. Quasi i due terzi dei pazienti presentano un coinvolgimento bilaterale della vena renale. Quella sinistra è più comunemente interessata a causa della sua rete più estesa rispetto alla destra.

I sintomi della trombosi venosa renale

La TVR cronica di solito è asintomatica: solo raramente può presentarsi con edema periferico. La trombosi venosa renale acuta invece, si manifesta in genere con sintomi quali dolore al fianco, peggioramento della funzione renale, presenza di sangue nelle urine. Possono essere presenti nausea, vomito o febbre.

Le cause della trombosi venosa renale

Si distinguono in sistemiche o locali.

Cause sistemiche

  • Disturbi primari della coagulazione
  • Sindrome da anticorpi antifosfolipidi
  • Trapianto renale
  • Vasculite renale
  • Nefropatia falciforme
  • Lupus eritematoso sistemico (LES)
  • Amiloidosi
  • Nefropatia diabetica
  • Gravidanza o terapia con estrogeni
  • Sindrome di Behcet
  • Grave disidratazione o ipotensione prolungata (soprattutto nei neonati)

Cause locali

  • Tumori renali maligni
  • Compressione della vena renale
  • Trauma addominale o trauma durante la venografia

Gli uomini sono i più colpiti

La TVR è comunemente associata a nefropatia membranosa, che ha una predominanza maschile (rapporto maschio-femmina di 2:1). Allo stesso modo, l’età è un fattore di rischio quando vi è una malattia sottostante. Sempre nel caso di nefropatia membranosa, per esempio, questa raggiunge il picco nella quarta fino alla sesta decade, rendendo probabile la trombosi venosa renale in questa specifica fascia di età.

Diagnosi della trombosi venosa renale

Come si diceva, molto spesso la trombosi venosa renale ha un esordio insidioso, producendo sintomi minimi o assenti e di solito viene diagnosticata accidentalmente durante l’imaging per qualche altro motivo. Quando la TVR acuta si presenta con dolore lombare ed ematuria, può simulare la colica renale, la pielonefrite, la necrosi papillare renale o l’infarto renale. Un’altra condizione da considerare è la cisti renale nella malattia del rene policistico.

L’angiografia con tomografia computerizzata (angio-TC) è il test di scelta per la diagnosi di TVR e può mostrare un trombo nella vena renale e, a volte, nella vena cava. La sensibilità e la specificità dell’angio-TC sono quasi del 100%. Anche la risonanza magnetica con mezzo di contrasto è sensibile quanto la TC ed entrambe possono aiutare a rilevare la presenza di un eventuale tumore.

Un altro esame possibile e spesso effettuato di base è l‘ecografia l’EcoColorDoppler renale, con il quale si possono ottenere immagini utili ad una diagnosi. Quando l’immagine non è sufficientemente chiara si può aggiungere l’utilizzo di mezzo di contrasto (CEUS), ottenendo così risultati migliori e quasi sovrapponibili a quelle della TC.

Terapia della trombosi venosa renale

La terapia è indirizzata al trattamento del disturbo sottostante (più comunemente la sindrome nefrosica) e al supporto della funzione renale, con anticoagulanti o trmbolitici. La terapia anticoagulante è necessaria per prevenire il rischio di progressione del trombo o il verificarsi di un evento embolico. I pazienti con TVR sintomatica devono essere trattati in modo simile ai pazienti che hanno embolia polmonare o trombosi venosa profonda.

Tipicamente il trattamento iniziale comprende eparina non frazionata o a basso peso molecolare e poi il ponte con warfarin. L’anticoagulazione viene generalmente somministrata per 6-12 mesi. La trombectomia chirurgica può essere raramente presa in considerazione nel contesto di trombosi venosa bilaterale acuta e insufficienza renale acuta, soprattutto se non è possibile eseguire la trombectomia percutanea o la trombolisi. La prognosi è generalmente favorevole al trattamento, anche se molto dipende dalla causa sottostante.

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