Iniezione sottocutanea di eparina: che procedimento seguire?

L’iniezione sottocutanea di eparina a basso peso molecolare è uno dei grandi vantaggi della terapia anticoagulante effettuata con questo farmaco perché consente l’auto-somministrazione domiciliare. Tuttavia, per eseguirla correttamente, occorre essere al corrente di alcuni meccanismi e seguire procedure ben precise. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

La scelta della sede per l’iniezione sottocutanea di eparina

L’eparina va somministrata nel sottocute, ossia in quella parte di adipe che si trova tra l’epidermide e il muscolo. Questo perché il sottocute rilascia molto lentamente il farmaco nel torrente circolatorio sanguigno. Al contrario, il muscolo, essendo più irrorato, non consentirebbe un rilascio graduale.
Le sedi indicate per l’iniezione sottocutanea di eparina sono:

  • la parte alta delle braccia, quattro dita sotto la sporgenza ossea della clavicola, o nella zona del tricipite dove il tessuto adiposo è generalmente più pronunciato,
  • l’addome, lontano almeno 5 cm dall’ombelico (sconsigliato se è presente una ferita chirurgica)
  • la parte superiore della coscia,
  • sopra il gluteo.

Iniezione sottocutanea di eparina

Come si esegue l’iniezione sottocutanea di eparina

Dopo essersi lavati le mani, si disinfetta la sede dell’iniezione. Si impugna la siringa preconfezionata senza espellere la bolla d’aria come si farebbe con altri farmaci. La bolla d’aria va mantenuta perché serve a spingere l’eparina nel sottocute. Al più, con un leggero colpetto sulla siringa, si può dirigerla in alto, assicurandosi così che sia l’ultima cosa che viene iniettata. Attenzione ad estrarre il cappuccio dell’ago: occorre farlo seguendo una linea retta. Il rischio è che si pieghi l’ago.

Si afferra tra pollice e indice una plica di tessuto e si direziona l’ago a 90° rispetto alla superficie cutanea. L’ago va inserito con un colpo deciso, a dardo, mantenendo la presa della plica per tutto il periodo di iniezione. Il farmaco va somministrato molto lentamente. Poi si ritrae l’ago e si tampona, senza frizionare, con un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante.

Cosa non bisogna fare con l’iniezione sottocutanea di eparina

Oltre a non eliminare la bolla d’aria, occorre evitare anche la cosiddetta manovra di Stiller, che si effettua in caso di iniezioni intramuscolari, ossia tirare indietro lo stantuffo per verificare che l’ago non sia entrato in un vaso, correndo il rischio di somministrare il farmaco in circolo.
Altro errore da evitare è la fretta: un’iniezione troppo rapida può causare dolori e fastidi. Ancora: non bisogna scordarsi di alternare la sede di volta in volta, questo affinché la somministrazione di eparina sia efficace e per non irritare il tessuto.

Ridurre la comparsa di ecchimosi: cosa dicono gli studi

Tra gli effetti avversi della somministrazione sottocutanea di eparina c’è la comparsa di ecchimosi, la cui incidenza è molto elevata, anche superiore al 90% . Le ecchimosi compaiono entro 48 ore dall’iniezione del farmaco e creano disagio perché limitano la rotazione del sito di iniezione e creano a volte preoccupazione nei pazienti. Una revisione condotta su diversi studi relativi alle modalità di iniezione sottocutanea di eparina, suggerisce che la somministrazione lenta, non meno di 30 secondi, può essere associata a una minore intensità del dolore 48 ore dopo rispetto all’iniezione rapida (10 secondi). Una meta-analisi recente indica invece come strategia per limitare il dolore e la comparsa di lividi l’utilizzo del freddo (applicazioni di ghiaccio).

Cosa fare se si salta una iniezione di eparina

L’iniezione sottocutanea di eparina in genere viene prescritta una o al massimo due volte al giorno. Nel primo caso è consigliabile rispettare un intervallo di 24 ore, somministrando quindi il farmaco all’incirca alla stessa ora. Se invece è prevista una duplice somministrazione, le iniezioni dovranno essere distanziate 12 ore una dall’altra. Se succede di saltare una dose per dimenticanza o impossibilità, è consigliabile somministrarla il prima possibile, a meno che non sia prossimo l’orario della successiva iniezione. È assolutamente controindicato invece iniettare due dosi ravvicinate di eparina, perché esiste un elevato rischio emorragico.

Alcune attenzioni quotidiane

Quando ci si sottopone a una terapia anticoagulante è utile tenere d’occhio alcuni eventuali sintomi, come l’insorgenza di micro emorragie nel cavo orale (per questo l’igiene orale va curata in modo scrupoloso), la rottura di capillari negli occhi, segno di emorragia congiuntivale, improvvisi episodi di epistassi. In generale, è bene sapere che, anche in caso di piccoli traumi o ferite, si è soggetti a maggior sanguinamento e quindi alla formazione di ecchimosi ed ematomi. Per qualsiasi dubbio, occorre sempre rivolgersi al proprio medico.


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