Test di coagulazione: cosa sono?

Durante la terapia con eparina a dosi profilattiche, tramite iniezioni sottocute, non è quasi mai necessario il monitoraggio dei parametri della coagulazione e questo rende il farmaco estremamente maneggevole e sicuro. Per contro, l’esecuzione di alcuni test di coagulazione del sangue è una condizione imprescindibile per l’impiego clinico di eparina non frazionata ad alto dosaggio. Vediamo allora quali sono gli esami che forniscono una misurazione della quantità di eparina in circolo e che consentono di monitorare la sua efficacia.

 

Test anti- XA

Misura indirettamente la quantità di eparina presente nel circolo ematico tramite la misura dell’inibizione dell’attività del fattore Xa. L’eparina interferisce con il processo coagulativo legando una proteina chiamata antitrombina ed andando ad inibire alcuni fattori della coagulazione, in particolare il fattore Xa e IIa (trombina). Viene prescritto per valutare l’efficacia terapeutica del farmaco, ossia per verificare che l’attività anticoagulante sia sufficiente ad evitare la formazione di trombi ma non tale da determinare eventi emorragici. Non viene richiesto di routine ma può essere prescritto in caso di somministrazione di eparina non frazionata, quando il paziente non risponde adeguatamente alla terapia. Talvolta può essere richiesto in corso di terapia con eparina a basso peso molecolare (EBPM) o fondaparinux nella fase iniziale, ossia al momento della massima concentrazione ematica del farmaco, circa dopo 4 ore dalla somministrazione di EBPM e 3 ore per il fondaparinux. Oppure, nel caso in cui il medico sospetti che il farmaco non venga smaltito nei tempi standard, il test può essere eseguito nel momento di minima concentrazione ematica, prima dell’assunzione del farmaco stesso.

In linea generale, in corso di terapia eparinica (non frazionata, EBPM o fondaparinux), la presenza di un risultato all’interno degli intervalli di riferimento indica la bontà del protocollo terapeutico, e quindi la mancanza di rischi trombotici, emorragici o di altre complicanze. In questi casi il dosaggio viene considerato adeguato.
Se il test anti-Xa fornisce parametri elevati, allora il paziente potrebbe aver assunto quantità eccessive di farmaco o potrebbe non essere in grado di eliminare il farmaco alla velocità attesa con il conseguente rischio aumentato per eventi emorragici.
La presenza di un risultato più basso dell’atteso invece indica la necessità di aumentare il dosaggio del farmaco al fine di prevenire la comparsa di episodi trombotici. È importante sapere che i risultati possono variare tra laboratori diversi, così come gli intervalli di riferimento.

 

Test ACT

Il Tempo di Coagulazione Attivato (ACT) è un test rapido di coagulazione utilizzato principalmente per osservare l’andamento della terapia anticoagulante prima, durante e subito dopo un intervento chirurgico, come un bypass cardiopolmonare, oppure in caso di angioplastica o dialisi. L’ACT rileva infatti rapide variazioni nel dosaggio dell’eparina, consentendo così di mantenere un livello costante di scoagulazione. L’ACT misura l’effetto inibente dell’eparina sulla coagulazione ma non la concentrazione dell’eparina presente nel sangue. Viene misurato infatti in secondi: più lungo è il tempo necessario per la formazione del coagulo, più efficace è l’attività del farmaco. Durante un intervento o una procedura medica, l’ACT viene mantenuto costante al di sopra del limite inferiore di riferimento (per esempio, 300 secondi) che varia in base alla capacità coagulativa del paziente ed entro un determinato intervallo (ad esempio, 175 – 225 secondi) fino alla stabilizzazione del paziente.
Talvolta, l’ACT viene utilizzato nei pazienti affetti da Lupus Anticoagulant (LAC) per monitorare il dosaggio appropriato della terapia eparinica. In questi pazienti l’APTT non risulta clinicamente utile, poiché il LAC interferisce con il risultato che il test fornisce. Inoltre, l’ACT può essere utilizzato nel monitoraggio dell’efficacia terapeutica degli Inibitori Diretti della Trombina, come l’argatroban.

 

Test APTT

Questo test (APTT, PTT) misura i secondi necessari per la formazione del coagulo in un campione di sangue dopo l’aggiunta di determinati reagenti. Il risultato viene confrontato con l’intervallo di riferimento: se è maggiore allora viene considerato “allungato”, significa che la coagulazione richiede più tempo del normale per realizzarsi e questo può essere dovuto a varie cause. Il PTT può essere prescritto in varie situazioni (sanguinamenti, trombosi, malattie croniche, disordini coagulativi, aborti spontanei ricorrenti, ecc.), tra cui il passaggio da una terapia con eparina ad una terapia a lungo termine per monitorare il paziente fino alla sua stabilizzazione.

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