La trombosi venosa profonda (TVP) che si presenta a seguito di un viaggio in aereo è un’evenienza che, sia pur non così frequente, merita di essere tenuta in considerazione. Fattori ambientali e, con maggior incidenza, fattori di rischio personali la predispongono. Una terapia preventiva con eparina a basso peso molecolare può essere presa in considerazione in determinati casi. Ecco cosa è opportuno sapere.
Il problema in questione
La messa in relazione tra viaggi aerei che comportano una prolungata condizione di immobilità e la trombosi venosa profonda (TVP) parte dal lontano 1940. A dare maggior visibilità al problema è stato in modo particolare il caso nel 2001 di una ventisettenne inglese deceduta per un’embolia polmonare dopo un viaggio dall’Australia a Londra. Secondo i risultati di una revisione critica della letteratura dal 1966 al 2005 su 10mila passeggeri, 5 sono colpiti da trombosi venosa profonda mentre su 1 milione di passeggeri 27 sono colpiti da embolia polmonare.
I meccanismi di sviluppo della TVP si verificano durante il volo, mentre la TVP vera e propria compare in genere qualche giorno dopo l’atterraggio, in genere entro le due settimane, anche se permane il rischio per le otto settimane successive.
Le possibili cause della TVP in aereo
Le malattie da trombosi sono determinate in genere da una serie di concause. Il verificarsi di una TVP a cui può far seguito un’embolia polmonare in conseguenza di un volo aereo dipende da due ordini di fattori. Da un lato ci sono quelli ambientali legati alle particolari condizioni di viaggio, dall’altro i fattori di rischio personali che hanno un peso di grande rilevanza nello sviluppo di un evento avverso come la TVP.
Le condizioni ambientali che favoriscono la TVP
Il termine di “Economy Class Syndrome” dato all’insieme di manifestazioni cliniche che possono insorgere a seguito di un viaggio aereo, tra cui TVP e TEV, testimonia che il fattore ambientale più significativo nella genesi del problema rimane la posizione forzata durante il volo.
L’impossibilità al movimento e la tendenza ad accavallare le gambe per via di uno spazio ridotto bloccano infatti il flusso venoso causando un ristagno di sangue. È la ragione per cui esiste una correlazione diretta tra durata del volo e comparsa della TVP, evento che si presenta con maggior frequenza dopo otto ore di permanenza in cabina.
Anche la posizione ha una certa rilevanza: gli studi hanno mostrato che i passeggeri seduti vicino al finestrino, proprio per la maggior difficoltà ad alzarsi, hanno un rischio di sviluppare una TVP due volte superiore rispetto a quelli sul lato corridoio.
Va tenuto presente, inoltre, che la diminuzione della quantità di ossigeno che si riscontra necessariamente all’interno della cabina pressurizzata dall’areo, agisce sulla coagulazione del sangue. Dal momento poi che le vene si giovano del supporto della pressione atmosferica esterna per pompare il sangue, ne consegue che una minor pressione dell’aria all’interno della cabina renda più difficile il ritorno venoso.
I fattori di rischio personali
Rappresentano la variabile più significativa per l’insorgenza di TVP durante un viaggio. Lo testimonia con chiarezza la storia di Richard Nixon che, pur viaggiando in condizioni confortevoli sull’aereo presidenziale, fu colpito da TVP dopo un volo dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica. Questo proprio a seguito dell’esistenza nella storia clinica del presidente americano di una serie di fattori di rischio facilitanti la comparsa dell’evento avverso.
Nel caso della TVP che compare a seguito di un viaggio aereo si considerano fattori di rischio moderato, oltre all’avere un’età superiore ai 40 anni, la presenza di vene varicose, un’insufficienza cardiaca scompensata, traumi recenti agli arti inferiori, una storia familiare di trombosi venosa nonché lo stato di gravidanza e l’assunzione di contraccettivi orali.
Fattori ad altro rischio restano l’età superiore ai 40 anni a cui si aggiungono l’aver avuto precedenti episodi trombotici, la presenza di malattie cardiovascolari o di una neoplasia maligna, TIA recente e interventi chirurgici complessi a cui si è stati sottoposti nelle sei settimane precedenti il volo. Possono aggravare il quadro obesità e fumo.
Come prevenire la TVP: comportamenti sì e no
Nei soggetti che non presentano fattori di rischio la prevenzione si affida a semplici regole di comportamento come evitare qualsiasi indumento che stringa a livello di inguine e arti inferiori, in particolare gli stivali, indossare scarpe comode, alzarsi di frequente e non accavallare le gambe durante il volo. Per non restare troppo a lungo nella stessa posizione è consigliabile evitare l’uso di sedativi.
Nonostante non sia stata provata una correlazione diretta tra TVP e disidratazione, il mantenimento di un buon stato di idratazione è sempre raccomandato. Utile quindi bere acqua e liquidi per contrastare un’eccessiva concentrazione del sangue evitando però alcool, tè e caffè che stimolano la diuresi e favoriscono la perdita di liquidi.
Fondamentale attivare la pompa muscolare del polpaccio e favorire il ritorno venoso camminando e facendo semplici movimenti di dorsiflessione della caviglia. Il consiglio è quello di impegnarsi ogni ora a camminare per tre minuti e fare movimenti delle caviglie per altri due.
Il supporto delle calze elastiche
Se gli accorgimenti sopradetti valgono per tutti, qualora siano presenti fattori di rischio una valida profilassi della TVP è rappresentata dall’utilizzo di calze elastocompressive. Nei soggetti a basso rischio è sufficiente un gambaletto a compressione 18 mmHg passando a calze terapeutiche di classe 1 nel caso di rischio moderato e di classe 2 per soggetti ad alto rischio. Va sempre ricordato che le calze compressive sono presidi medici che necessitano di prescrizione da parte dello specialista.
Il ricorso all’eparina a basso dosaggio
La letteratura scientifica sul tema ha mostrato che l’assunzione di aspirina non ha alcun valore preventivo sulla TVP. Si è rivelata invece utile l’assunzione di una dose preventiva di eparina a basso dosaggio molecolare il giorno stesso del viaggio nel caso di soggetti con rischio moderato.
Nel caso invece siano presenti condizioni ad alto rischio può essere valutata dal medico l’assunzione di eparina anche il giorno precedente e quello successivo al volo. Dosaggi e timing di assunzione vanno comunque opportunamente valutati con lo specialista.