La sordità improvvisa, definita tecnicamente ipoacusia neurosensoriale improvvisa idiopatica (ISSNHL) è una la perdita della capacità uditiva che si verifica in un arco temporale di 72 ore, generalmente a carico di un solo orecchio. Si manifesta più nei maschi che nelle femmine seppur con una lievissima differenza, con una frequenza da 5 fino a 20 casi ogni 100mila persone ogni anno e la fascia di età più interessata è quella tra i 40 e i 55 anni.
Sintomi e cause della sordità improvvisa
Chi soffre di questo disturbo lamenta come sintomi premonitori tinnito, ronzio e un senso di pressione auricolare accompagnata dalla sensazione “ovattata” dei suoni. Inoltre possono aggiungersi un’eccessiva sensibilità ai rumori, vertigini, capogiri, la sensazione di “sentire doppio”. Non è invece contemplato il dolore all’orecchio.
La sordità improvvisa nella maggioranza dei casi è idiopatica, ovvero sconosciuta e solo nel 10% dei casi si riesce ad individuare l’eziologia.
Tra le cause si possono annoverare:
- un trauma cranico che può provocare la rottura delle membrane labirintiche;
- Ampie variazioni nella pressione ambientale (per esempio causata da immersione) o attività faticose (come il sollevamento pesi);
- infezioni virali o batteriche, come la meningite batterica, la mononucleosi, l’herpes zooster oticus o la parotite epidemica;
- malattie del metabolismo, come il diabete;
- problemi di pressione circolatoria sanguigna dei capillari dell’orecchio interno, in questo caso si parla anche di “infarto cocleare”;
- malattie autoimmuni a livello sistemico (poliarterite, artrite reumatoide, rettocolite ulcerosa) più di rado possono comportare danni alla capacità uditiva;
- uso di farmaci ototossici, cioè che possono avere come effetto collaterale danni all’udito. Tra questi soprattutto farmaci antitumorali, antibiotici e diuretici.
Le terapia della sordità improvvisa
Diversi studi hanno rilevato che la ripresa totale della funzione uditiva viene segnalata in circa il 25% dei casi, in un 50% si ha un parziale recupero e in un 25% il danno invece rimane in modo permanente. Un recupero totale e spontaneo in genere si ottiene dopo 10-14 giorni dal manifestarsi del problema. Si è visto che con una sordità improvvisa maggiore o uguale a 90 decibel il tasso di recupero in molti casi è insoddisfacente anche se viene trattata.
Dal momento che l’eziologia delle sordità improvvisa rimane in buona parte sconosciuta, anche il trattamento di conseguenza è aspecifico, per lo più basato su ipotesi. Attualmente, i farmaci usati più comunemente sono i corticosteroidi, che servono per ridurre l’infiammazione e l’edema nel coclea. Tuttavia, una percentuale significativa di pazienti con ISSNHL non risponde alla terapia con corticosteroidi, probabilmente perché la patogenesi può essere multifattoriale. Ciò ha portato alla ricerca di approcci terapeutici adiuvanti per migliorare l’attuale trattamento medico.
Un nuovo studio conferma l’efficacia di eparina
Da questa considerazione sono partiti alcuni ricercatori coreani e dal fatto che i pazienti con fattori di rischio protrombotico sono a aumento del rischio di andare incontro a sordità improvvisa.
Questa osservazione supporta la tesi che una terapia antitrombotica può essere vantaggiosa in caso di ISSNHL. Un ruolo terapeutico degli anticoagulanti nel trattamento dei disturbi dell’orecchio interno fu proposto per la prima volta nel 1957 e sebbene alcuni autori abbiano in passato riportato buoni tassi di recupero (pari al 70%) con eparina, questa terapia non è stata raccomandata sia per il tasso di recupero spontaneo comparabile (66%) sia per i potenziali effetti avversi associati. Tuttavia, recenti studi hanno riportato l’efficacia dell’uso di eparina come terapia adiuvante in combinazione con corticosteroidi. A confermare questa scelta terapeutica vi è ora lo studio coreano in questione.
Lo studio, retrospettivo, è stato effettuato su 87 pazienti con sordità profonda (≥90 decibel) trattati fra il 2010 ed il 2018 presso la Gachon University Gil Medical Center. Di questi, 67 erano stati sottoposti a terapia con corticosteroidi orali e con iniezioni concomitanti di corticosteroidi intratimpanici, mentre 21 pazienti con terapia eparinica più corticosteroidi orali. I risultati sono stati evidenti: tra i pazienti del gruppo trattato anche con eparina 42.8% avevano recuperato un udito socialmente valido rispetto al 19.7% dei pazienti con iniezione intratimpanica di cortisone.
Il recupero risultava particolarmente significativo nei casi con sordità pretrattamento fra 90 e 100 decibel mentre per deficit superiori a 100 decibel, la percentuale di recupero risultava sovrapponibile nei due gruppi (8.1% nel gruppo cortisone e 9.1% in quello eparina). Inoltre non vengono riportate serie complicazioni dall’uso dell’eparina.
I risultati di questo studio suggeriscono quindi che il trattamento dell’ISSNHL con terapia adiuvante con eparina, in combinazione con la terapia steroidea sistemica, si traduce in tassi di recupero dell’udito più elevati rispetto alla terapia combinata locale e sistemica con corticosteroidi, senza gravi complicanze.