ONKOTEV: uno strumento valido per prevedere la trombosi associata al cancro

I ricercatori hanno convalidato il punteggio ONKOTEV per prevedere la trombosi tra i pazienti oncologici ambulatoriali. Lo studio è stato pubblicato online a febbraio 2023 su JAMA Network Open.

«Il punteggio ONKOTEV fornisce una buona stratificazione del rischio di TEV in questo contesto e, unito alla facilità d’uso, potrebbe rappresentare una svolta nella trombosi associata al cancro e una motivazione per la scelta del punteggio ONKOTEV per la valutazione del rischio in futuro», sostengono gli autori dello studio, guidati da Chiara Cella, oncologa dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Il tromoembolismo venoso (TEV) è una complicanza comune tra i pazienti con cancro, ma la valutazione del rischio di trombosi associata al cancro rimane “un argomento in evoluzione”, hanno spiegato i ricercatori.

Le attuali linee guida internazionali raccomandano la profilassi primaria per i pazienti a rischio da intermedio ad alto di TEV, indicato da un punteggio Khorana di 2 o superiore.

Il punteggio ONKOTEV è costituito da quattro variabili – un punteggio Khorana di 2, malattia metastatica, compressione vascolare o linfatica e un precedente evento di TEV – con 1 punto assegnato a ciascuna e un punteggio totale di 2 o superiore definito come alto rischio di TEV.

Lo studio ONKOTEV-2

Lo studio di convalida ONKOTEV-2 è stato condotto in tre centri in Italia, Germania e Regno Unito su una coorte prospettica di 425 pazienti ambulatoriali (57% donne; età media, 61 anni) con tumori solidi che stavano ricevendo trattamenti attivi. I tumori più rappresentati erano quelli della mammella, dell’adenocarcinoma gastroesofageo, del colon, del polmone, del retto e del pancreas e la chemioterapia era la terapia più comune.

Il punteggio ONKOTEV è stato calcolato per ciascun paziente al basale prima di iniziare qualsiasi trattamento antitumorale e quindi i pazienti sono stati monitorati per almeno 8 mesi e un periodo di follow-up complessivo di 24 mesi, per rilevare eventuali eventi tromboembolici. Nessun paziente era in terapia anticoagulante.

Nel momento in cui emergeva un sospetto clinico di TEV, i pazienti sono stati immediatamente sottoposti a una valutazione obiettiva di imaging per confermare o escludere l’evento. Gli eventi di TEV sono stati confermati da un team di radiologi esperti.

La maggior parte dei pazienti aveva un punteggio ONKOTEV di 0 (27%) o 1 (55%), mentre il 15% aveva un punteggio ONKOTEV di 2 e il 2,4% aveva un punteggio di 3. Solo un paziente (0,2%) aveva un punteggio di 4 .

Durante il periodo di studio, l’incidenza cumulativa di TEV è stata del 12,7% (54 eventi). A 6 mesi, l’incidenza cumulativa di TEV era del 2,6% nei pazienti con un punteggio ONKOTEV di 0, contro il 9,1% per quelli con un punteggio di 1. La percentuale saliva al 32,3% per coloro che avevano un un punteggio di 2 e al 19,3% per i pazienti con punteggio superiore a 2. L’area sotto la curva dipendente dal tempo a 3, 6 e 12 mesi era rispettivamente del 70,1%, 72,9% e 72,2%.

I ricercatori hanno notato che, tra le variabili individuali nel modello di previsione del rischio ONKOTEV, la malattia metastatica e la compressione vascolare o linfatica macroscopica erano altamente associate al TEV.

Le conclusioni

Sulla base dei risultati di questa analisi, gli autori ritengono che con il punteggio ONKOTEV, unitamente all’idoneità e la convenienza
delle variabili utilizzate per calcolare il punteggio stesso, si ottiene buona stratificazione del rischio di TEV. Questo potrebbe potrebbe rappresentare una svolta nel prevedere il rischio di trombosi associata al cancro. L’ONKOTEV score si profila quindi come un modello di riferimento nella pratica clinica di routine e negli studi clinici per selezionare i pazienti ad alto rischio di tromboembolia venosa (TEV) che potrebbero trarre beneficio dalla profilassi primaria con eparina a basso peso molecolare.

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