Un’analisi retrospettiva condotta su 310 pazienti sottopeso ricoverati in terapia intensiva, ovvero con un BMI pari a 18,5, sono stati divisi in 2 gruppi a seconda che avessero ricevuto una dose profilattica di enoxaparina di 30 mg una volta al giorno o di 40 mg, sempre una volta al giorno.
L’obiettivo principale era confrontare l’incidenza di sanguinamento clinicamente significativo tra le due diverse strategie di dosaggio. Gli obiettivi secondari includevano l’incidenza di TEV, la durata del ricovero in terapia intensiva, la durata complessiva dell’ospedalizzazione e la mortalità per tutte le cause.
Dall’analisi è emerso che non vi è stata alcuna differenza significativa per quanto riguarda il sanguinamento tra i 2 gruppi, non sono state trovate differenze significative nell’incidenza di trombosi venosa profonda, nella durata della terapia intensiva, nella degenza ospedaliera complessiva o mortalità tra i due gruppi. Ciò significa che anche dosi più elevate di eparina, pari a 40 mg al giorno, in pazienti sottopeso sembrano essere sicure.
Gli autori concludono che sono necessari ulteriori studi per valutare il dosaggio ottimale della profilassi del tromboembolismo venoso in questa categoria di pazienti.