Una recente vasta review pubblicata su Discover Oncology che comprende studi in vitro, in vivo e clinici sul ruolo dell’eparina e dei suoi derivati in oncologia, segna una promettente frontiera nella terapia del cancro. Nella revisione si sottolinea la doppia funzionalità dell’eparina, non solo come standard nella gestione trombotica, ma anche per le sue proprietà antitumorali.
I meccanismi per cui questo farmaco è in grado di influenzare la progressione del cancro sono diversi: l’eparina sembra ostacolare l’angiogenesi e la proliferazione delle cellule tumorali, agisce sulla modulazione della risposta immunitaria e sull’inibizione della migrazione e dell’invasione delle cellule tumorali.
L’uso tradizionale dell’eparina nel trattamento del cancro è stato finora limitato dai rischi di sanguinamento associati e questa limitazione ha spinto lo sviluppo di derivati semisintetici e sintetici di eparina, che mantengono la struttura e le funzioni di base dell’eparina ma presentano una ridotta attività anticoagulante. Questi derivati rappresentano una nuova classe di agenti antitumorali che sfruttano le attività biologiche intrinseche dell’eparina senza le complicanze associate dell’emorragia.
Si prospettano inoltre nuove strade con l’integrazione di nanoparticelle a base di eparina nella nanomedicina. Sebbene promettente, la ricerca sottolinea la necessità di ulteriori studi completi per comprendere appieno i meccanismi di azione, il dosaggio ottimale, i potenziali effetti collaterali e i criteri di selezione dei pazienti.